Sogno di vita

Daniela Dessì

Morte

Conclamate stelle
a me affini,
vi destreggiate belle
sul sentiero luminoso
sospirando al soffio etereo
che il tempo ruba invidioso
adombrandovi col velo della notte.
Rimirate il mondo sottostante
aggraziati corpi farsi ombre confuse
tra i bagliori scarni di un giorno sofferto
che declina alla luce del sole;
indecifrabili esistenze
consone al travagliato vivere
passano veloci sul nero asfalto di strade
che s'incrociano a un bivio morto,
senza uscita.

Tra i meandri del cielo
blande tracce di misteriose orme
riconducono ai passi sconsolati di anime
stanche di vagare all'infinito,
tra i ricordi rovistano pezzi del loro vissuto
sfumato come polvere d'argento.
Occhi oscurati dalla nebbiosa volta celeste,
accecati dal fervente splendore che infiamma lo spirito
si riversano nell'arcana immensità
che abbraccia la vastità dello spazio illimitato.
Ceri rilucenti vagheggiano la brezza di un sospiro vitale,
mentre brucia la carne tumefatta,
ossa ricomposte veglia il sonno della morte
in attesa della rinascita.
Voci condensate in un'eco di speranza
giungono come bisbigli accorati
risvegliati dal pianto amico;
posa la mano un fiore
a sfiorarti con una carezza gentile,
ma una lastra di marmo divide
dal sogno di ricongiungersi all'amata vita.

Daniela Dessì

27/03/2015 03:54| 2| 1466

Opera pubblicata ai sensi della Legge 22 aprile 1941 n. 633, Capo IV, Sezione II, e sue modificazioni. Ne è vietata qualsiasi riproduzione, totale o parziale, nonché qualsiasi utilizzazione in qualunque forma, senza l'autorizzazione dell'Autore.
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Commenti di altri autori:

«Parlare della morte così diventa un bel parlare. Una pietra di marmo è l'elemento che divide la vita dalla morte ma è solo un elemento fisico. C'è ben altro in questa poesia, c'è profondità di sentimenti ed intensità di espressione, c'è speranza, c'è amore»

Rosetta Sacchi (27/03/2015)

«Non è facile scrivere una poesia sulla fine della vita, quell'attimo che s'invola su un'altra sponda, come una seconda vita. La poetessa è riuscita a trasmettere al lettore emozioni e riflessioni d'un certo spessore.»

Umberto De Vita (27/03/2015)

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